Il DDL Concorrenza 2025 punta a rimuovere gli ostacoli normativi che limitano l’apertura dei mercati, promuovere la trasparenza e semplificare l’attività economica, con particolare attenzione a professionisti, PMI e imprese innovative.
Società tra professionisti
Viene modificata la normativa sulle società Stp – Società tra professionisti. In particolare, l’articolo 9 modifica i requisiti per la costituzione e iscrizione delle società tra professionisti (Stp) previsti dalla legge 183/2011, articolo 10, comma 4, lett. b). La modifica nasce da una segnalazione dell’AGCM del 2019, che evidenziava interpretazioni divergenti tra Ordini professionali riguardo alla necessità che i soci professionisti detengano sia almeno due terzi del numero totale dei soci sia due terzi della partecipazione al capitale sociale. Alcuni Ordini richiedevano che entrambi i requisiti fossero sempre soddisfatti insieme, mentre altri ritenevano sufficiente che i soci professionisti controllassero la società secondo le regole statutarie e i patti parasociali, anche senza il doppio requisito cumulativo. L’AGCM ha considerato la prima interpretazione troppo restrittiva, limitando ingiustificatamente l’uso di questo strumento societario. Per questo, la nuova norma stabilisce che la partecipazione dei professionisti deve garantire loro il controllo della maggioranza dei due terzi nelle decisioni della società, in base al modello societario scelto, lasciando comunque spazio a eventuali disposizioni specifiche previste dagli ordinamenti professionali. In questo modo si vuole favorire una maggiore diffusione delle Stp e risolvere il contenzioso interpretativo esistente.
Start-up innovative e spin-off universitari
Il DDL, all’articolo 8, mira a rafforzare il trasferimento tecnologico e l’innovazione nelle filiere produttive italiane, colmando il divario rispetto ai principali Paesi europei sul piano degli investimenti in ricerca e sviluppo e della produzione brevettuale. Le criticità risiedono nella scarsa sinergia tra ricerca pubblica e privata, nella frammentazione istituzionale e nella limitata propensione alla creazione di spin-off innovativi. In tale contesto si inserisce la riforma del 2023 dell’art. 65 del Codice della proprietà industriale, che ha abrogato il “professor privilege”, con l’obiettivo di favorire una più efficace interazione tra università, impresa e investitori. La disposizione prevede che MIMIT e MUR elaborino un atto di indirizzo strategico in materia, previa consultazione pubblica. Le risorse del fondo per il trasferimento tecnologico (fino a 250 milioni di euro) sono affidate alla fondazione Tech e Biomedical, che valuterà e finanzierà progetti coerenti con l’atto di indirizzo, proposti da fondazioni e centri di competenza ad alta specializzazione
Notifiche antitrust semplificate
Si interviene sulle soglie e sulle modalità di notifica delle operazioni di concentrazione alle autorità antitrust, rendendo più agevole il rispetto degli obblighi da parte delle imprese. Secondo il nuovo testo, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) potrà adottare procedure semplificate per la trattazione delle operazioni di concentrazione che, sulla base di criteri oggettivi, risultano verosimilmente prive di criticità concorrenziali. La finalità della norma è quella di alleggerire il carico amministrativo sia per le imprese che per l’AGCM, accelerare i tempi di valutazione e concentrare le risorse istruttorie dell’Autorità sui casi effettivamente rilevanti ai fini antitrust, nel rispetto del principio di proporzionalità dell’azione amministrativa.
Accordi contrattuali nel SSR
Il disegno di legge introduce modifiche all’art. 8-quinquies, comma 1-bis, del d.lgs. 502/1992, rafforzando l’approccio pro-concorrenziale nell’affidamento dei servizi sanitari. In particolare, si prevede una distinzione procedurale tra i rinnovi degli accordi contrattuali con soggetti già accreditati e le richieste di nuovi operatori (newcomers), al fine di evitare che l’esperienza pregressa costituisca una barriera all’ingresso. La norma affida al tavolo interistituzionale il compito di definire criteri differenziati che tengano conto della tipologia e fragilità degli assistiti, nel rispetto del principio di trasparenza. È inoltre introdotto un nuovo comma 1-bis, che avvia una revisione complessiva del sistema di accreditamento da concludersi entro il 31 dicembre 2026, nel quadro delle competenze regionali. L’intervento si inserisce in una logica di equilibrio tra continuità assistenziale e apertura del mercato, in coerenza con il PNRR e con i principi del diritto europeo della concorrenza.
Servizi pubblici locali
Il ddl interviene sulla concorrenza nei settori dei servizi pubblici locali e della mobilità elettrica, in attuazione della CID e delle raccomandazioni AGCM, con l’obiettivo di rafforzare la vigilanza sulla gestione dei servizi di rilevanza economica. Le nuove disposizioni impongono agli enti territoriali competenti una ricognizione periodica dei servizi pubblici locali, finalizzata non solo alla raccolta dei dati gestionali, ma anche all’individuazione delle cause di eventuali inefficienze. Se il servizio risulta insoddisfacente per responsabilità del gestore, l’ente deve adottare un atto di indirizzo, obbligando quest’ultimo a predisporre un piano correttivo entro tre mesi. Tale piano è soggetto a pubblicazione presso ANAC e a monitoraggio da parte dell’AGCM, che ne riferisce annualmente a Governo e Parlamento.
Energia, trasporti, servizi digitali
Il DDL tocca anche settori regolati come energia, trasporti e piattaforme digitali, con l’intento di garantire maggiore competitività, trasparenza e tutela dell’utenza.
Il disegno di legge è passato alle Camere, per l'esame e l'approvazione, con richiesta di sollecita calendarizzazione.
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